Centro di Diagnostica e Chirurgia

Asportazione Cisti

La cisti sebacea, definita da alcuni anche cisti epidermoide, è una neoformazione del sottocute che si presenta come un piccolo bozzo visibile sotto la pelle o il cuoio capelluto. Rarissima nei bambini e poco frequente nelle donne, in genere è dovuta ad una solidificazione del secreto di una ghiandola sebacea che occludendosi non riesce più a smaltirne la produzione; così il follicolo pilifero si gonfia e da luogo a questa neoformazione. L’aspetto è quello di una pallina dotata di una capsula esterna; all’interno racchiude un misto di aria, liquido, sebo o altre sostanze semi-solide, di colore per lo più biancastro, particolarmente maleodorante e di consistenza cremosa, o caseosa, piuttosto tipica.Toccare o spremere una cisti sebacea può causare la fuoriuscita all’esterno del suo contenuto e aumenta i rischi di infezione.

Sintomi
Le cisti sebacee possono essere ritrovate un po’ dappertutto, anche in numero elevato nello stesso paziente: sotto il cuoio capelluto, nella regione della nuca, sulle spalle e sul dorso; ma anche sotto le ascelle, in regione glutea, sul sacco scrotale, sui genitali, e più raramente in regione mammaria, sull’addome e sul volto. Il sintomo principale che induce in genere il paziente a contattare il Medico è di solito un piccolo rigonfiamento morbido sotto la pelle, spesso non doloroso, che tuttavia periodicamente può arrossarsi, infettarsi, provocare temporaneo dolore e persino febbre. Altro segno tipico è la possibile fuoriuscita all’esterno del suo contenuto, il già descritto materiale di colore biancastro o bianco grigiastro, piuttosto denso e dal tipico odore rancido e nauseante. Può persino accadere che il paziente non si accorga della presenza di queste neoformazioni fin quando per la prima volta non vanno incontro ad un processo infiammatorio, provocando arrossamento e aumento di sensibilità e temperatura della regione interessata.

Diagnosi
Nella maggior parte dei casi il Chirurgo, o comunque il Medico che abbia sufficiente esperienza, è in grado di identificare una cisti sebacea anche solo grazie alla visita: questo perché il loro aspetto è facilmente riconoscibile con l’ispezione e la palpazione. Un’ecografia può aiutare, ma viene riservata per lo più ai rari casi veramente dubbi.

Terapia
Le cisti sebacee non sono pericolose e in alcuni casi può persino accadere che si riassorbano autonomamente. Altre volte possono essere trattate con successo mediante semplici rimedi: applicazione cutanee, pomate, farmaci per bocca. Se si è in presenza di una piccola infiammazione, il Medico può prescrivere corticosteroidi o antibiotici al fine di ridurre il gonfiore. Se la cisti non risponde alla terapia, cresce di volume e/o incide sull’aspetto estetico è consigliabile rimuoverla chirurgicamente.

L’intervento chirurgico
Può essere portato a termine per lo più in anestesia locale; consiste in una piccola incisione dalla quale bisognerà asportare l’intera cisti, cercando di comprendere quindi anche la relativa capsula: questa procedura mette al riparo da possibili recidive. L’aspirazione del contenuto mediante ago, da alcuni tuttora praticata, consente di fare a meno dell’anestesia, ma non garantisce risultati certi in merito alla sua definitiva scomparsa.

Il post-operatorio
E’ preferibile che la ferita chirurgica suturata rimanga coperta e sterile per 7-10 giorni dopo l’intervento, necessitando unicamente di periodiche medicazioni, mentre una terapia antibiotica preventiva viene in genere prescritta per un periodo di poco inferiore. Per evitare che la cicatrice assuma permanentemente un poco estetico colore rossastro è sempre consigliabile proteggerla dai raggi solari nel corso dei primi 6-12 mesi.

Complicanze e recidive
Una cisti sebacea può infettarsi e dar luogo ad un ascesso: l’applicazione locale di calore (borsa calda) può accelerare la sua maturazione, ed è indicata soltanto quando il Medico ritiene che tale processo, nonostante la terapia, sia comunque irreversibile. Le recidive invece sono possibili soprattutto quando in corso di intervento la capsula non viene asportata completamente: un suo frammento può essere infatti a volte responsabile della formazione di una nuova cisti. Per tale ragione è consigliabile evitare di operare in corso di infiammazione, quando la fragilità della capsula aumenta le possibilità che non si riesca ad asportarla tutta.

Asportazione Nevi

I nei (più correttamente definiti “nevi“) sono lesioni pigmentate solitamente cutanee ma che possono comparire anche sulle mucose, singoli o a gruppi. Alcuni sono congeniti, ossia presenti fin dalla nascita, ma la maggior parte compaiono spontaneamente nel corso della vita dell’individuo. Si tratta di lesioni solitamente rotondeggianti od ovalari, più o meno rilevate rispetto alla cute circostante, con gradi variabili di pigmentazione (dal marrone chiaro al nero) e di varie dimensioni (solitamente da pochi millimetri ad un centimetro). Esistono numerosi tipi di nevi, classificati in base alle loro caratteristiche macroscopiche (identificate dal dermatologo grazie alla dermatoscopia) e microscopiche (definite dal patologo una volta che la lesione è stata asportata e studiata istologicamente). Caratteristiche dermatoscopiche inusuali del nevo possono giustificare la sua asportazione e quindi il suo esame istologico, che, talvolta, definisce il nevo come “atipico“: l’atipia, però, non va assolutamente confusa con la malignità della lesione, ma indica un aspetto microscopico non usuale, ma comunque benigno. Diverso, invece, è il termine “displastico” che può essere attribuito al nevo, poichè indica una serie di caratteristiche che aumentano il rischio di trasformazione in senso maligno: un nevo displastico è solitamente di dimensioni più grandi della norma (oltre i 6-7 mm), ha un aspetto dermatoscopico sospetto con pigmentazione non uniforme (più scura in alcune zone, più sfumata in altre) e forma irregolare; tali lesioni devono essere monitorate nel tempo o eventualmente asportate. Esistono sostanzialmente due tipologie di intervento: l’asportazione chirurgica e quella con il laser. Sebbene il paziente sia spesso affascinato dalla metodica laser come sinonimo di modernità o di minore invasività, purtroppo non sa che tale metodica presenta il limite di non permettere l’esame istologico della lesione.

Asportazione chirurgica
È la metodologia classica, in anestesia locale, che permette l’esame istologico del neo. La parte interessata viene disinfettata e isolata con un telino sterile bucato nel mezzo. Successivamente si procede con l’incisione tramite bisturi che permette di asportare la parte di tessuto che comprende il neo. La ferita formata viene suturata con fili riassorbibili o suture intradermiche, in modo che non rimangano cicatrici evidenti. La rimozione dei punti di sutura avviene dopo 7-20 giorni (a seconda della zona interessata).

Asportazione con laser 
Questo tipo di intervento, che permette di distruggere con il calore le cellule del neo, può essere preso in considerazione solo per l’asportazione di alcuni nei rilevati, sulla cui natura benigna non vi siano dubbi di alcun tipo. L’asportazione mediante laser lascia sulla cute una piccola area abrasa di dimensioni corrispondenti al diametro del nevo: occorre medicare  l’area trattata per un arco di tempo tra i 7 e 15 gg per giungere  a completa guarigione, senza necessità di sutura.

Decorso post-operatorio
Il dolore, se presente, è generalmente di modesta entità e controllabile con blandi analgesici. Può verificarsi la comparsa di ecchimosi (lividi) che si riassorbono spontaneamente nell’arco di 7-10 giorni. In caso di asportazione chirurgica si consiglia di non rimuovere e non bagnare la medicazione fino al primo controllo post-operatorio e di evitare attività sportiva o sforzi fisici intensi per il primo mese post-operatorio. Si raccomanda inoltre di evitare l’esposizione solare o a lampade abbronzanti per i primi 6 mesi dopo l’intervento: le radiazioni ultraviolette possono irritare le cicatrici recenti e indurne una pigmentazione permanente.

Asportazione Lipomi

Il lipoma è un tumore benigno dei tessuti molli che si presenta come un nodulo sottocutaneo soffice e mobile, ricoperto da cute normale. Non ha tendenza evolutiva ed ha la tendenza ad aumentare di volume progressivamente. Le lesioni possono presentarsi lesioni singole o multiple e compaiono più comunemente a livello del tronco, della nuca e degli avambracci. Raramente sono sintomatici, ma a volte possono causare dolore. Solitamente la diagnosi è clinica, ma se la lesione presenta una crescita rapida è consigliabile effettuare una biopsia, sebbene raramente i lipomi subiscano trasformazione maligna.

Trattamento
Normalmente il trattamento non è necessario, ma le lesioni fastidiose possono essere asportate chirurgicamente o essere rimosse mediante liposuzione. I lipomi che si localizzano profondamente (lipomi intramuscolari), invece, sono dotati di maggiore aggressività e di un modesto potenziale maligno; per questo, il loro trattamento consiste nell’asportazione chirurgica. Le recidive sono rare.

L’intervento chirurgico
L’asportazione del lipoma sottocutaneo o profondo, sia che abbia una capsula che lo delimita sia che non la abbia, viene effettuata con iniziale incisione della cute e della sottocute sino a raggiungere la capsula, praticando la separazione del lipoma rispetto ai tessuti che lo circondano. Dopo l’asportazione, si blocca l’eventuale sanguinamento dai piccoli capillari circostanti e quindi si sutura. Si preferisce una sutura continua, per realizzare una cicatrice chirurgica che abbia un minore impatto estetico.

Asportazione per aspirazione
Un’altra tecnica chirurgica adottabile è l’asportazione per aspirazione, previa infiltrazione del lipoma con soluzione fisiologica e adrenalina in minime dosi. Questa tecnica è molto meno invasiva e quasi priva di cicatrice, dato che l’accesso chirurgico è di qualche millimetro. I tempi di ripresa sono più rapidi ma la guarigione definitiva è più lunga in quanto l’ematoma provocato dalla lipoaspirazione permane per almeno 30 giorni. Il limite di questa tecnica è l’alta incidenza di recidiva, che non risparmia, ma con bassissima percentuale, anche l’intervento classico.